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Alitalia, quanto ci costa la ex compagnia di bandiera?

Alitalia, è ancora crisi. Serve nuova liquidità ripianare i debiti ed i conti in rosso. L’alleanza con Etihad non è servita a rimettere in bonis la compagnia di bandiera italiana che dal 1974 ad oggi ha visto numerosi salvataggi. L’impresa questa volta non sarà per nulla semplice anche perché tra gli azionisti c’è chi si sta defilando. Del 51% dei soci italiani, Unicredit e Intesa San Paolo non trovano accordo tra di loro mentre del restante 49% gli arabi di Eithad non ci pensano minimamente a mettere altri quattrini senza un piano industriale serio.A questo ci sta pensando il nuovo Amministratore Delegato Cramer Ball che, si spera, stia mettendo a punto un piano di rilancio di lungo periodo che possa rilanciare l’occupazione.

Ma quanto ci è costata, negli anni la nostra ex compagnia di Bandiera?

L’opera di finanziamento a carico della collettività dal 1974 al 2000 (con la gestione dell’Iri), dal 2001 al 2008 (gestione del ministero dell’Economia e delle Finanze) e dal 2008 ad oggi quando la compagnia fu privatizzata dai famosi “cavalieri bianchi”, è costata circa 7,4 miliardi che comprende anche il “prestito ponte” del 2008, della cassa integrazione e dalla partecipazione per 75 milioni di euro di Poste Italiane.  Se si considerano anche i capitali dei “cavalieri bianchi” e di Eithad si aggiungono altri 2,4 miliardi per un totale di 9,8 miliardi di euro. A questi si aggiungeranno i soldi dell’aumento di capitale dei prossimi mesi.

Sulle motivazioni che spingono Alitalia ad avere i bilanci in rosso va annoverato il problema della scarsa dimensione. Essa non consente di fare economie di scala. Tuttavia ci sono anche costi eccessivi di carburante, costo del lavoro, dei servizi aeroportuali, del controllo del traffico aereo, ecc. Tutto il settore ne risente.

Serve un piano serio che sfrutti l’alleanza con Eithad. Un’idea che porti fuori dai confini nazionali Alitalia in modo tale da poter diventare un player internazionale.

Sui tempi di realizzazione, la parola all’Amministratore Delegato.

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