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La Grecia saccheggiata dalla Germania

La Grecia, un anno fa, dopo la vittoria dei “No” si apprestava ad uscire dall’Unione Europea o perlomeno a rinegoziare le misure di austerity che stavano indebolendo l’economia del paese. Dopo vari diktat da parte di Bruxelles, lo Stato Ellenico, sommerso dai debiti, fu costretta ad accettare un piano di salvataggio molto più oneroso dei primi due.

Sul tavolo il premier Tsipras aveva messo la possibilità di uscire dall’Unione Europea e se avesse tenuto duro, con molta probabilità oggi si ritroverebbe in una situazione ben migliore. Difatti tutti sanno che i soldi prestati alla Grecia, dietro la sottoscrizione di un piano di riforme, privatizzazioni e austeriy, non c’era un piano per salvare lo stato ellenico ma per salvare le banche tedesche che, negli anni precedenti, avevano fortemente investito in titoli greci (che in virtù dell’alto indebitamento pagavano tassi di interesse mostruosi) e che se ci fosse stata la Grexit si sarebbero trovate in grossa difficoltà. Difatti il piano di salvataggio e le misure imposte non sono servite a pagare gli stipendi o le pensione ai cittadini greci ma a far si che lo stato ellenico potesse pagare gli interessi sui titoli di stato acquistati dalle banche tedesche.

Oggi il 57 per cento di stipendi, pensioni ed entrate vanno in contributi e tasse, un terzo della popolazione vive in condizioni di estrema povertà, la gente tra i 25 e i 45 anni cerca una via di fuga all’estero, le imprese cercano di ristabilirsi fuori dalla Grecia, la disoccupazione arriva al 27 per cento, e tra i giovani al 60 per cento, e solo nel primo semestre del 2016 si sono persi 842.670 posti di lavoro e sono state chiuse 15.409 aziende. Perfino le grandi industrie vanno in bancarotta con conseguenze a catena per l’economia e la società. Gli ospedali quasi non funzionano: per poter essere operati bisogna portare non solo il materiale medico necessario, ma anche le lenzuola.

Non solo, è notizie di questi giorni che la Germania abbia inflitto un altro duro colpo alla Grecia di Alexis Tsipras. Alla vigilia del voto decisivo nel Bundestag sugli aiuti alla Grecia che eviteranno la Grexit, la prima privatizzazione, in Grecia, vede in campo un acquirente tedesco: la Fraport ha acquistato 14 aeroporti regionali nel Paese di Alexis Tsipras. Un’operazione da 1,23 miliardi, secondo quanto pubblicato dalla Gazzetta ellenica, che proprio il premier di Syriza aveva fatto saltare appena insediato, ritenendo di voler riesaminare gli accordi.  Oggi tutto cambiato. La Germania fa shopping in Grecia e nessuno dice nulla. Pare che oltre agli aeroporti ci siano delle proposte di acquisto di alcune isole elleniche. Insomma il piano per salvare la Grecia in realtà sta arricchendo la Germania che sta perpetuando un vero e proprio saccheggio.

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3Comments

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